Pubblichiamo la sentenza n. 37739 del 15 settembre 2021 con cui la Suprema Corte di Cassazione – Sezione IV – ha stabilito che spetta sempre al giudice nazionale scegliere la misura secondo i criteri previsti dall’art. 275 c.p.p., facendo riferimento ai principi di proporzionalità e adeguatezza; egli non ha alcun obbligo di applicare una misura non detentiva sulla base della sola normativa Europea al fine di non determinare discriminazioni, qualora ritenga che le esigenze cautelari non possano essere altrimenti soddisfatte se non con quella misura. E tuttavia, il giudice non può negare una misura alternativa alla detenzione carceraria – ivi compresa quella degli arresti domiciliari – sul mero presupposto dell’assenza di un indirizzo di esecuzione sul territorio nazionale, perché la disponibilità di un indirizzo presso altro Stato dell’Unione, in cui l’interessato sia radicato, equivale alla disponibilità di un indirizzo in Italia.
In senso difforme, si è pronuncia la Suprema Corte – Sezione III – con la sentenza n. 26010 del 29.04.2021.
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